Particolare dipinto su muro anno 1745


TESTIMONIANZE STORICHE SU GESU'


FONTI NON CRISTIANE


La Palestina del I e II secolo dopo Cristo. contava molto poco nell'Impero Romano. Non c'è quindi da meravigliarsi se i documenti dell'epoca contengono soltanto qualche allusivo accenno ad avvenimenti relativi a quella lontana, oscura e insignificante regione; c'è da stupirsi del contrario: che tali accenni esistano . Vediamoli.



Nell'anno 117, Tacito, storiografo di Roma, cosi scrive dei cristiani peseguitati da Nerone:

Quindi, per mettere a tacere la voce che l'incendio di Roma fosse stato ordinato da lui (Nerone) ne fece colpevoli sottoponendoli alle più raffinate torture, coloro che erano invisi per le loro abominazioni e che la gente chiamava cristiani. Questo nome veniva loro da Cristo, che sotto l'Impero di Tiberio il proconsole Pilato aveva condannato a morte. Repressa al momento, questa superstizione detestabile si faceva di nuovo strada, non solo in Giudea dove aveva avuto origine, ma anche a Roma.

Annali, XV 44



Qualche anno più tardi, Svetonio, nella Vita dei Cesari, accenna in due occasioni ai cristiani, che confonde con i giudei, e al loro fondatore che chiama erroneamente "Cresto" anziché Cristo. A proposito dei vari decreti promulgati da Nerone, fra i quali anche il bando dei cristiani scrive:

Si suppliziarono i cristiani, gente che apparteneva ad una superstizione nuova e pericolosa.

Nerone, 16


Mentre aveva motivato nei seguenti termini l'espulzione degli ebrei da Roma, decretata dall'imperatore nel 49:

Espulse da Roma i giudei, che erano in continua agitazione per la propaganda di Cresto.

Claudio, 25



Plinio il Giovane, negli anni in cui fu governatore in Bitinia (111-113), in una lettera inviata all'imperatore Traiano, così si esprimeva circa il trattamento che era solito riservare ai cristiani da lui deferiti:

Dopo vari interrogatori accompagnati da minacce, faccio giustiziare coloro che si ostinano nel dichiararsi cristiani.
Alcuni hanno negato di essere cristiani e hanno persino maledetto Cristo. Ma, a quanto sembra, ciò non succede mai a un vero cristiano.
La mia inchiesta ha chiarito che tutta la loro colpa o errore consiste nell'essere soliti riunirsi in giorno fissato prima della levata del sole per cantare un inno a Cristo come a un Dio; a impegnarsi con giuramenti non a perpetrare qualche crimine, ma a non commettere né furti né atti di brigantaggio né adulteri e a non mancare alla parola data ... non avendo trovato che una suserstizione irragionevole e smodata, ho sospeso la mia ricerca di informazioni e o pensato di ricorrere al tuo consiglio.
La cosa mi sembra proprio meritevole del tuo consiglio soprttutto a motivo del gran numero di accusati...

Epistole, X 96



Giuseppe (I sec.), ebreo di casta sacerdotale, condotto prigioniero a Roma, dove da libero assunse il nome di Giuseppe Flavio (aggingendo al suo il nome patrominico dei suoi mecenati, i Flavi Vespasiano e Tito), col quale firmò le sue opere, tutte di carettere storico, nelle Antichità giudaiche, parlando di Pilato, inserisce questo "excursus" su Gesù:

Al tempo di Pilato visse Gesù uomo sapiente... Egli si guadagnò molti giudei ed anche molti nell'ambiente ellenistico. E Pilato, ascoltandolo, mentre veniva accusato dagli uomini del più alto rango tra noi, lo condannò alla croce; ma coloro che dapprima lo avevano amato, non cessarono di amarlo.
Essi raccontano che egli era apparso a loro tre giorni dopo la sua crocifissione e che era vivo; forse perciò era il Messia del quale i profeti hanno raccontato meraviglie. E la stirpe dei cristiani, così chiamati dal suo nome, non è finora scomparsa.

XVIII, 63



Luciano di Samosata, uno scrittore vissuto nel sec. II, parla con tono canzonatorio della "straordinaria dottrina dei cristiani". In un dialogo (La morte del pellegrino, 11-16), dopo aver irriso l'uomo "che è stato crocifisso in Palestina", getta scherno sui cristiani

poiché credono di vivere in eterno. Il loro legislatore li ha persuasi che sono tutti fratelli, dispezzano senza distinzione ogni cosa e tutto ritengono proprietà comune, accogliendo tali dottrine senza nessuna prova concreta.

In realtà sono "degli ingenui". E questo avviene perchè adorano il loro sofista crocefisso e vivono sotto la sua legge.