complesso chiese

A sinistra parte delle "vecchie chiese" a destra "la nuova"

Arzago, la sua chiesa e i suoi parroci.

Ricostruzione storica dall'anno 1882 al 2005

di: Felice Belloni



Quest'anno (2005) la comunità parrocchiale arzaghese inizia i festeggiamenti per il centenario della propria chiesa.

La "nuova chiesa", si è sempre detto, venne costruita fra il 1903 ed il 1906 (anno della sua inaugurazione). Ma i più anziani raccontavano di un'altra data, infatti: da un manoscritto (proprietà privata) si apprende che i primi lavori ebbero inizio alcuni anni prima. Nel manoscritto si legge: "30 ottobre 1898 - I° lavoro per la nuova chiesa parrocchiale trasportando ghiaia per le fondamenta".

Perché: molti sono convinti della data 1903 - 1906? Seguiteci e scoprirete il perchè.

Di un ampliamento della vecchia chiesa si sentiva la necessità già al tempo di don Benedetto Badaracchi (Parroco dal 1882 al 1897). Infatti nel manoscritto sopracitato si legge: "13 maggio 1895 - Morte del Cav. De' Capitani Dott. G. Battista avvenuta in Milano e qui sepolto (il qui indica Arzago). Lasciò Lire trentacinquemila per l'allargamento di questa Chiesa Parrocchiale".

Accantonata l'idea di un ampliamento, avendo disposizione il lascito sopracitato si pensò a un nuovo tempio.

Il nuovo edificio, probabilmente il "terzo" in ordine cronologico, venne costruito sacrificando una parte della navata della "vecchia chiesa", la cui unica "immagine" giunta ai nostri giorni è descritta nel "volumetto" "Arzago oltre l'Adda", con sottotitolo "schizzo storico di un arzaghese", stampato nell'anno 1873. Nel "volumetto" si legge: "Nella presente chiesicciuola parochiale, rustica e bassa, che parrebbe quasi un portico ruvido e grezzo da solo pochi anni stato chiuso, dà nell'occhio subito la apside o vero arco sopra l'altare maggiore, di un lavoro così bello e sottile, che accenna una ben alta e classica antichità. Tanta finezza e grazia d'arte in una sol particella di un tutto né pur tirato via di grosso, ma rozzo e a pena imbiancato, ricorda qualche eletta terzina di un trecentista nostro migliore dentro a certi capitoli moderni da colascione".

Si è accennato sopra che questo edificio è probabilmente il "terzo" in ordine cronologico di costruzione, il che indica che ad Arzago la comunità cristiana ha alle sue spalle molti secoli di storia. A prova di ciò, in un antico documento (ovvero il testamento del Longobardo Taido "vassallo del re Desiderio") datato maggio 774, troviamo la seguente citazione: "La chiesa del beatissimo diacono e martire di Cristo S. Lorenzo in Arzago". Il titolo chiesa, ovvero "Ecclesia", si doveva alle capo - pievi o chiese battesimali per distinguerle dalle comuni "Basilicae" e sottolinea l'importanza che il nostro paese rivestiva a quel tempo.
Oggi si pensa che, della chiesa indicata nel testamento di Taido, sia rimasta solo l'abside, abside che peraltro è stata inglobata nella "seconda" chiesa costruita attorno all'anno mille. Questa "seconda chiesa" è la stessa che viene descritta nel "volumetto" sopracitato.
Anche Tulio Santagiuliana nel suo volume "GERADADDA" scrisse: "(...) è anche vero che la chiesa di San Lorenzo si è sempre trovata dove anche oggi sorge, nella parte bassa del luogo. (...) San Lorenzo, che ancora a metà del primo ottocento era "rustica e bassa" e conservava almeno un arco di volta di squisita, antica fattura, (...)". L'arco descritto nei due libri appena menzionati è visibile in ciò che rimane della vecchia chiesa, oggi adibita in parte a sacrestia.
La nuova chiesa desiderata dalla popolazione, che in quel periodo era guidata da don Ermenegildo Bernabè (Parroco di Arzago dal 13 febbraio 1898), e caldeggiata dall'allora Vescovo Bonomelli, venne progettata dall'architetto Muzzio di Milano (L’Architetto Virginio Muzio nasce a Colognola al Piano il 24 settembre 1864. Si diploma nel 1891 all’Accademia di Belle Arti di Brera ed insegna dal 1896, alla stessa Accademia in qualità di professore incaricato di architettuta).
L'edificio è in stile Gotico Lombardo libero. Per costruirla, i nostri nonni aiutati dalla nobile famiglia De' Capitani d'Arzago, (vedi il lascito sopracitato), si sono sobbarcati il restante onere economico e non solo.
Dai racconti dei più anziani abbiamo appreso che i loro padri e i loro nonni, quando avevano disponibilità di tempo (cioè quando il lavoro nella campagna lo permetteva), ma soprattutto la domenica dopo aver partecipato alla santa messa, erano impegnati nel reperire pietre, ghiaia e sabbia per la costruzione della chiesa pietre ghiaia se sabbia provengono dai fiumi Serio e Adda . Inoltre ancora prima, si erano prodigati nel scegliere e preparare le piante migliori per inserirle nel terreno a mo di fondamenta secondo una tecnica allora ancora in voga. Inoltre molti dei nostri nonni hanno lavorato gratuitamente come manovali non solo per le fondamenta ma preparando malta e facendo tutti quei lavori dove veniva richiesta una manovalanza non specializzata alla costruzione. Costruzione riservata ai muratori.

L'8 settembre 1906 il Vescovo di Cremona, Geremia Bonomelli, benediceva la nuova costruzione.

La data sopra riportata, è la data che si legge nel verbale della visita pastorale del 1961.
In quel periodo, vescovo di Cremona era monsignor Danio Bolognini.
Chi ha redatto il verbale deve essersi distratto invece di scrivere 1903 ha scritto 1906. Oppure la data fu suggerita dal parroco, male informato da qualche collaboratore incaricato della ricerca.


Ora spieghiamo il perchè è possibile affermare che nel verbale esiste un errore.

Andiamo per Ordine.

Nel gennaio 2006 venne stampato un libro denominato "ARZAGO borgo della Geradadda"

In questo volume distribuito a tutta la popolazione arzaghese qualche tempo dopo, a pagina 328 si Legge: "In data 9 dicembre 1896 il prefetto autorizza la Frabbriceria a procere all'appalto dei lavori mediante licitazione privata".
Proseguendo, alla pagina 329 troviamo: " il 25 giugno 1900 l'architetto Muzio compila il cerctificato di avanzamento lavori" mentre alla pagina 330 è scritto: il 25 agosto 1903 l'ingegnere Carlo Bonomi di Treviglio ha redatto il verbale di collaudo.

Quindi dopo il collaudo la nuova chiesa era agibile.

Inoltre il Signor Pietro Coppini, presentando con una mostra il risultato della sua ricerca, nel volumetto preparato per l'occasione e denominato "Mostra Archivio Storico" alla pagina 33 asseriva: " L'architetto Virginio Muzio muore il 12 luglio 1904 dopo aver visto la Chiesa, grezza all'interno ed all'esterno, finita". La mostra fu allestita presso il salone dell'oratorio nel periodo 13-27 novembre 2005.

Però questi dati non sono ancora sufficenti ad affermare quanto si è scritto sopra, "che nel verbale è stato commesso un errore".

Ecco le prove

Nel manoscritto citato all'inizio pagina ("diario di famiglia" del Maestro Giuseppe Belloni, organista della chiesa) si legge:
"7 - 8 settembre 1903 Festa solennissima coll'intervento di Monsignor nostro Vescovo Bonomelli per la benedizione della nuova Chiesa Parrocchiale "

Mentre nel registro della Fabbriceria, i " Fabbriceri: Belloni Benedetto, Luigi Sessa e Bertocchi Antonio" registravano:
"12 settembre 1903 - Pagato al signor Martinelli maestro della banda di Treviglio per il servizio prestato al 7 e 8 corrente == lire 135."
"12 settembre 1903 Pagato ai fratelli Ornani di Treviglio per mortaretti == lire 70."
"16 settembre 1903 Pagato a Boni Giovanni per illuminazione == lire 250. "


Nota nel registro della Fabbriceria nell'anno 1906 non esistono spese di questo tipo. Quindi possiamo affermare che la Chiesa Parrocchiale è stata benedetta e aperta al culto L'8 settembre 1903.

Ora proseguiamo il racconto interrotto per fare chiarezza sulla data.

Nella nuova chiesa, più spaziosa della precedente, vennero trasferiti l'Altare maggiore (datato 1822), l'Altare della Madonna e quello di Sant'Alessandro, mentre per il patrono venne costruito un nuovo Altare.
Per l'occasione venne acquistata una nuova "Via Crucis". All'interno della chiesa troviamo diversi quadri del pittore Antonio Guadagnini (nato nel 1817 ad Esine e arzaghese di adozione), discepolo del Diotti: "L'immacolata", "Il Martirio di Sant'Alessandro", "La nascita di Gesù", "La Glorificazione di San Carlo Borromeo", "La deposizione di Cristo dalla Croce" e "L'addolorata". Alcuni tra i quadri menzionati sono stati firmati da Giacomo Sessa (anche lui pittore), che aveva ospitato il pittore Esinese nella sua casa alla cascina Ravaiola. Il Guadagnini è morto ad Arzago il 7 giugno 1900, ed è stato sepolto nel nostro cimitero.

In merito alla sua sepoltura alcune testimonianze orali sostengono: "La famiglia Sessa aveva concesso che venisse tumulato nella loro Cappella" che tuttora hanno in Arzago. Mentre altre affermano che la sua tomba è andata perduta nel tempo.

Oltre ai dipinti sopracitati, nella chiesa si trovano altre opere: "La caduta di Gesù sotto la croce", di autore ignoto, datato inizio 1700 attribuito alla scuola del Luini e altri due: "La Vergine Maria" e " l’Angelo Gabbriele" entrambi di autore ignoto, datati inizio 1700. A corona dell'altare della Madonna si trovano delle formelle (olio su tela) incastonate in cornici di marmo che rappresentano i "Misteri del S. Rosario", anche queste di autore ignoto del 1700.

Nell'abside della vecchia chiesa sono rimaste le decorazioni ancora oggi visibili. I dipinti murali raffiguranti San Lorenzo e Santo Stefano sono stati recentemente attribuiti ai fratelli Galliari (XVIII° secolo). Si dice che la vecchia chiesa avesse un organo "ottocentesco con grancassa che faceva vibrare i vetri" ma che dava qualche problema. Si avvertiva perciò la necessità di avere uno strumento migliore per accompagnare i canti. Il 31 Agosto 1911 veniva così inaugurato il nuovo organo costruito dalla ditta "Cav. Pacifico Inzoli e figli" di Crema. Il collaudo avvenne a mezzo di un concerto tenuto dal prof. Giambattista Cattaneo, celebre organista del duomo di Milano, il quale eseguì brani di Bach, Lemmens, Capocci, Dubois e Guilmant. Lo stesso giorno il prof. Cattaneo rilasciò l'atto di collaudo dove possiamo leggere: "(...) Lode, pertanto alla premiata ditta costruttrice e congratulazioni al M. R. Signor Preposto ed alla Veneranda Fabbriceria per la felice riuscita di un'opera d'arte tanto reclamata nella Chiesa di Arzago d'Adda, opera artistica, che il medesimo sottoscritto approva col presente atto di collaudo". Seguono luogo e data di stesura del documento e relativa firma. Da quanto riportato, anche se nell'atto originale di collaudo (recentemente ritrovato) non viene scritto il nome di nessun Parroco, si deduce che il Parroco che dotò la chiesa dell'organo non fu don Gaboardi, come erroneamente è stato scritto recentemente, bensì don Ermenegildo Bernabè. Tale sacerdote, che tanto ha fatto per la nostra chiesa, è sepolto nel nostro cimitero, e sulla lapide che lo ricorda si può leggere: "(...) colto d'appolesia il 1° agosto 1912 nella stazione di Bassano Veneto fu reso cadavere alla sua diletta Arzago (...)". Del suo successore, disponiamo oggi una testimonianza diretta di un arzaghese che annotò quanto successe il giorno in cui don Gaboardi fece il suo ingresso come Parroco nel nostro paese: "16 febbraio 1913 - ingresso del Prevosto Don Emilio Gaboardi - con banda, mortaretti, archi trionfali: i cantori eseguirono la messa del Cattaneo e un programma tutto liturgico. (...)".
Dopo questa testimonianza riportiamo quanto scrisse don Gottardo nel dicembre 1972 e pubblicato sul giornalino parrocchiale "Collegamento". "Don Emilo Gaboardi successe al Parroco Bernabé nel febbraio 1913. Veniva da Torricella del Pizzo, un paese disseminato tra gli argini del Po, dove aveva tenuto una lunga e travagliata parrocchialità. Già in quei tempi quelle terre erano state devastate da un comunismo fegatoso e anticlericale, e i preti erano obbligati a combattere perché non si spegnesse nelle loro parrocchie il 'lumicignolo fumigante'. Quando fu nominato Parroco di Arzago, gli parve di essere in paradiso. Peccato che venne già malandato in salute; la parrochiabilità di Torricella lo aveva logorato. Dopo solo quattro anni che era Parroco qui, fu colto da grave paralisi, della quale non si riebbe più, rimase in parrocchia per altri tre anni, poi si ritirò presso il cugino Parroco di Vidardo in diocesi di Lodi, dove morì il 5 ottobre 1921. Fu sepolto nel cimitero di Meleti. Nella nostra parrocchia fece eseguire il nuovo altare di San Lorenzo e lasciò a sua memoria il pulpito di marmo. (...)". Don Gaboardi lasciò la parrocchia il 28 aprile 1920. Don Gottardo si è dimenticato di scrivere che anche le balaustre che delimitavano il presbiterio sono state donate alla nostra chiesa da don Gaboardi. Pulpito e balaustre furono realizzate dalla ditta "Carminati e Bonomelli" di Treviglio. Per quanto riguarda l'Altare di San Lorenzo che don Gaboardi fece "erigere" - come scrisse don Gottardo - rimane tutt'ora aperta una domanda: la costruzione riguarda tutto l'altare o soltanto la parte alta? Oppure si trattò di una ristrutturazione?
Dalle due testimonianze sopracitate: "Don Gaboardi era un sacerdote molto pio, (...). Passava lunghe ore del giorno in chiesa, in preghiera di adorazione, attendendo al confessionale e alla direzione spirituale (...). Indisse, dal 14 al 21 dicembre 1913, le missioni parrocchiali". Mentre per il decoro delle funzioni religiose "Il 29 aprile 1916 dotò la chiesa dell'illuminazione elettrica".
A don Gaboardi successe don Eliseo Gazza che proveniva dalla parrocchia rivierasca di Crotta d'Adda (CR). Il 20 maggio 1920 don Eliseo celebrò per la prima volta la Santa Messa ad Arzago: era la Domenica di Pentecoste. Alcuni mesi dopo, il 5 Agosto 1920, il nuovo Parroco indisse un censimento per conoscere il numero dei suoi parrocchiani. Nello stesso periodo fondò la banda musicale affidandone l'istruzione e la direzione all'arzaghese Emma Francesco. Solo il 3 aprile 1921, dopo quasi un anno di permanenza nella nostra parrocchia, don Gazza fece il suo ingresso ufficiale come Parroco e subito sentì la necessità di completare quelle opere che erano rimaste in sospeso. Pertanto affidò al pittore Romeo Rivetta di Milano la decorazione della Chiesa. Questi iniziò i lavori per la decorazione dell'Abside, delle Cappelle e della navata il 31 luglio 1922. Ultimata l'opera di decorazione, il 17 giugno 1923 la comunità parrocchiale celebrò l'evento con una festa solenne di ringraziamento, durante la quale venne intonato il canto "Te Deum".

particolare dipinti Romeo Rivetta

Sopra particolare dell'abside, la decorazione della nostra chiesa è stata l'ultima fatica terrena del pittore Romeo Ravetta, il pittore morì a Milano il 15 aprlie 1924

Il 24 dicembre 1923 "La parrocchia subì un furto che la privò di Pianete, Piviali e biancheria. La refurtiva venne ritrovata il 31 dicembre". Questa brutta esperienza non fermò don Gazza, così due anni dopo, per la festa del patrono il 10 agosto 1925, arricchì la chiesa di nuovi banchi. In seguito il 14 settembre 1932 venne "Rimessa a nuovo la statua della Madonna del Rosario", mentre il giorno 30 veniva completato "l'allungamento del Cimitero portando la cappella in fondo al viale".
Nel 1935 don Eliseo Gazza fece costruire la facciata della chiesa su progetto dell'ingegnere Carlo Bedolini di Treviglio (inizio lavori 22 luglio 1935). Per prepararsi spiritualmente alla sua inaugurazione - nell'ottobre del 1936 si svolsero le missioni parrocchiali che si conclusero con la visita pastorale dell'allora Arcivescovo di Cremona mons. Giovanni Cazzani. Nel manoscritto sopracitato si legge: "Per la visita Pastorale 25 ottobre 1936, la chiesa parrocchiale era perfettamente finita nella facciata dello stesso stile della fabbrica, con tre statue del Redentore, di S. Pietro e S. Paolo, più un altorilievo in cotto figurante il martirio di S. Lorenzo: dono dello scultore Lochis nativo d'Arzago. Nell'interno fu collocato un quadro dell'Immacolata con cornice preziosa e il quadro di S. Carlo, entrambi opera del pittore Guadagnini". Le ultime missioni si erano svolte nel gennaio 1924.
Don Eliseo Gazza lasciò la parrocchia il 2 gennaio1940 e passò a Cassano d’Adda.
Proveniente dalla parrocchia del Migliaro, una frazione di Cremona, il 6 gennaio 1940 fece il suo ingresso il nuovo Parroco don Annibale Cristini (nato a Soncino nel 1880).
Durante il suo mandato, coincidente in parte con la seconda guerra mondiale, le campane vennero tolte dal campanile per essere fuse e farne dei cannoni. Queste erano state costruite dalla ditta Giovanni Crespi di Crema e benedette il 7 ottobre 1857 (In un manoscritto dell'epoca si legge: "7 ottobre 1857 - solenne consacrazione di queste S. campane"). Le cinque campane del precedente concerto erano di "bronzo scelto", come è stato scritto nella nota del protocollo di censimento. Forse per questo motivo in data 11 marzo 1942 il Podestà di Arzago richiedeva alle autorità competenti che dalla raccolta delle campane per uso militare venissero escluse, per la chiesa di Arzago, la terza e la quinta campana con la seguente motivazione: "Serviranno per l'orologio pubblico".
Il 31 ottobre 1942 la ditta Angelo Ottolina di Seregno portava a terra le due campane più grosse, lasciando sul campanile le tre minori (bolla N° 1098).
Quando dopo la guerra lo Stato decise di restituire il bronzo, don Cristini si prodigò per poterle riavere.... Tralasciando tutte le peripezie che portarono ad un dilungarsi dei tempi per motivi burocratici, il 10 ottobre 1947 "in casa Brignoli Carlo", si costituiva il comitato pro campane, con lo scopo di raccogliere i fondi necessari per acquistare il materiale occorrente, e forgiare le nuove campane. Il comitato era così composto: il Parroco, il marchese dottor Alberto De Capitani, il sindaco ed altre 18 persone. Presidente fu nominato Cesare Erba.
Furono interpellate le ditte Ottolina e fratelli Barigozzi per avere dei preventivi. Dopo un'attenta valutazione la scelta cadde sulla ditta Ottolina (La stessa che aveva rimosso le campane e che nel frattempo aveva spostato la propria sede a Bergamo). Nonostante fosse stata aggirata la burocrazia statale, si era reso necessario l'intervento di alcune influenti personalità della chiesa, sollecitate dalla nobile famiglia De' Capitani (documenti archivio parrocchiale). Solo allora la ditta Ottolina ricevette dalle autorità competenti l'autorizzazione alla preparazione della lega.
Il 1° dicembre 1948 una nuova autorizzazione permise l'inizio della fusione delle campane.
Finalmente il 26 febbraio 1949 fu comunicato dalla fonderia di Bergamo che, il collaudo tecnico eseguito dal prof. Caudana di Cremona si era concluso felicemente. Le campane eran quindi pronte. Trasportate in paese, vennero benedette il 1 marzo 1949 dal Vescovo Ausiliare di Cremona mons. Paolo Rota. I festeggiamenti durarono una settimana e si conclusero con musica e fuochi artificiali domenica 27 marzo.

Tra il 1950 ed il 1951, don Cristini, ormai anziano, chiedeva al Vescovo un aiuto per la parrocchia. Nel 1951 venne inviato ad Arzago come Vicario don Elio Testa. Con la sua presenza, il giovane "Curato" attirava attorno a sé molti ragazzi e altrettanti giovani e la sua casa divenne sempre più affollata, quindi si avvertiva fortemente l'esigenza di un luogo più spazioso e decoroso per raccogliere i giovani del paese. Don Cristini, pressato da tale necessità, pose in essere la costruzione dell'Oratorio. Il 23 dicembre 1952 veniva posata la prima pietra. L'8 dicembre del 1953, alla presenza del Vescovo di Cremona mons. Danio Bolognini, veniva inaugurato l'oratorio Pio X (Così allora si chiamava). Tra le altre opere che egli realizzò troviamo l'artistico Battistero (tra i documenti ritrovati non viene specificato se sia stato sostituito il fonte battesimale oppure si tratta di un restauro con l'aggiunta di nuovi marmi e non si fa cenno alle due statue che fanno parte del Battistero), la posa di uno "zoccolo" in marmo in tutta la chiesa e il consolidamento del campanile. Risulta inoltre che durante la permanenza di don Cristini la nostra chiesa abbia subito un primo restauro, del quale però non si conoscono né la data, né l'entità.
Nella primavera 1956 il Parroco don Cristini lasciava la nostra parrocchia per ritirarsi nella sua Soncino. L'anno precedente aveva lasciato la parrocchia anche don Elio Testa, inviato dal Vescovo come Parroco di Sabbioni di San Matteo (Viadana) in provincia di Mantova.


Gli ultimi decenni

Come suo successore fu nominato don Erminio Goi che fece il suo ingresso la domenica 30 settembre 1956. Don Erminio era nato a Vicobelliniano nel 1918 e proveniva da Costa Sant'Abramo. Subito dopo il suo ingresso, don Erminio coinvolse la popolazione in molte opere per il decoro della chiesa e non solo. Dal 17 al 24 novembre del 1957 propose le missioni (le ultime furono celebrate 21 anni prima). Queste dovevano essere tenute da don Amilcare Bombeccari, arciprete e vicario foraneo di Sabbioneta, e da don Giulio Spoldi, preposto della parrocchia S. Abbondio di Cremona, ma a causa di una malattia che costrinse uno dei due a letto, venne chiamato a sostituirlo l'arzaghese don Gottardo Venturati.
L'anno seguente, 1958, nel primo centenario dell'apparizione della Madonna a Lourdes don Erminio propose alle ragazze e alle giovani della parrocchia di celebrare degnamente la ricorrenza. In quella occasione le giovani offrirono alla parrocchia la nuova statua dell'Immacolata.
Nel gennaio 1961 iniziava la costruzione del nuovo teatro S. Lorenzo, inaugurato l'8 ottobre dello stesso anno. Nel 1965 don Erminio convinse molte famiglie della necessità di abbellire la nostra chiesa con una nuova "Via Crucis" in terracotta (Opera del Valcavi). La nuova "Via Crucis" venne posta nella nostra chiesa per la quaresima del 1966. In seguito egli fece forgiare la corona della statua della Madonna del Rosario. L'incoronazione della Madonna avvenne la sera di giovedì 12 ottobre 1967, per l'occasione giunse il Vescovo mons. Danio Bolognini. Il 31 agosto del 1970 don Erminio Goi diede inizio al restauro esterno della chiesa ed al rifacimento del tetto. L'opera fu eseguita dalla ditta Antonio Molaschi. Questi erano anche gli anni della contestazione giovanile e per aiutare don Erminio nel suo lavoro pastorale fu mandato come collaboratore don Natale Bellani, era l'anno 1971. Mentre don Natale si prendeva cura dell'Oratorio, don Erminio si dedicava alle altre opere. Nel dicembre 1972 fu presentato il progetto dello scultore Piero Ferraroni di Cremona per la ristrutturazione del presbiterio per adattarlo alle nuove norme emanate dal Concilio Vaticano II°. Questo venne inaugurato il 13 ottobre 1973 con la solenne concelebrazione dell'eucarestia, presieduta dall'allora Vescovo di Cremona mons. Amari. Con il rifacimento del presbiterio si chiusero le finestre situate nella zona del Coro e si spostò il fonte battesimale, che precedentemente si trovava nella prima cappella a sinistra (ingresso chiesa), collocandolo nell’ultima cappella a destra vicino al presbiterio. Per la costruzione del nuovo altare e dei due leggii vennero utilizzate le balaustre precedentemente menzionate. In questo modo è stato dato l'attuale aspetto architettonico al presbiterio.
Tra le altre opere si devono ricordare l'acquisto dell'ostensorio nel marzo 1964, opera del cesellatore L. Bitetto di Milano, la costruzione del nuovo Tabernacolo, in concomitanza con la ristrutturazione del presbiterio, la nuova corona posta sul capo di Gesù Bambino, il rifacimento del sagrato, il restauro dell'organo, il nuovo concerto elettronico delle campane e il "restauro" della statua di San Lorenzo.
Don Erminio si congedò dai suoi parrocchiani Domenica 10 febbraio 1974. Lasciò la parrocchia il 17 febbraio, divenne arciprete di San Giovanni in Croce. Qualche tempo dopo anche don Natale Bellani lasciò la nostra parrocchia.
Da Villacampagna, una piccola frazione di Soncino, giunse ad Arzago la domenica 19 maggio 1974, il nuovo Parroco don Ferdinando Bruni (Nato a Rivolta d'Adda nel 1926). Anche don Ferdinando si prese cura della nostra parrocchia, tra le opere che egli realizzò troviamo: nel periodo autunno 1982 e primavera 1983, il restauro dell'interno della chiesa.
Molti di noi ricordano ancora le impalcature che la rendevano buia. Nello stesso periodo fece sostituire le vetrate "inferiori" della navata centrale. In seguito fece dotare il campanile di un nuovo sistema elettronico.
Nel 1991 veniva nuovamente restaurato l'organo (con il contributo della Cassa Rurale e Artigiana di Treviglio), restauro eseguito dalla ditta Borghi di Crema. Fu inaugurato il 7 dicembre dello stesso anno con un concerto affidato al maestro Emilio Brambilla e alla corale Laurenziana diretta dal maestro Dario Furlan. Sempre nel 1991 si rese necessario il rifacimento del tetto della chiesa, rovinato dai troppi piccioni e da altri volatili che vi stazionavano. Quest'opera venne affidata alla ditta Giovanni Rossoni di Arzago, che la terminò il 3 settembre del 1991. Ultima, ma non meno importante, fu la fusione della campana che si era nel frattempo rotta. Durante la sua permanenza, don Ferdinando fece riconvertire il Teatro S. Lorenzo in una sala multiuso polivalente (inaugurata nel febbraio 1994) e promosse il rifacimento del tetto dell'oratorio. Tra i suoi coadiutori troviamo don Giuliano Valiati (dal 1974 al 1980) e don Sergio Recanati (dal 1983 al 1987). Nel 1994 giunse tra noi il Diacono Luigi Riboni. Gigi, come lo chiamano tutti, si prese cura dei giovani dell'oratorio, e ancora oggi si prodiga per tutti coloro che gravitano attorno a quest'opera. Poco tempo dopo l'arrivo di Gigi, don Ferdinando ebbe le prime avvisaglie della sua malattia e il Diacono si rimboccò le maniche cercando, dove poteva, di alleggerire il peso della parrocchia che gravava sulle spalle del Parroco. Don Ferdinando morì il 4 aprile 1997 nella casa parrocchiale dopo alcuni mesi di silenziosa rassegnazione al volere di Dio. Al suo funerale era presente "tutta" la popolazione.

A don Ferdinando successe l'attuale Parroco don Giovanni Maccalli (nato a Fontanella il 26-09-1940). Don Gianni fece il suo ingresso il 31 agosto 1997 proveniente da Regona di Pizzighettone. Anche per lui le opere parrocchiali sono fonte di continue attenzioni.
Don Gianni, come prima opera, diede inizio alla ristrutturazione di una parte dell'oratorio, dividendo, dove è stato possibile, la struttura in modo tale che la parte adibita a casa parrocchiale potesse essere resa indipendente dall'oratorio.
Molti Arzaghesi ricordano ancora la vecchia casa parrocchiale (costruita nel 1600), che era ubicata dove oggi sorge la Piazza S. Lorenzo. Don Gianni inoltre introdusse per la prima volta il concerto di Natale, eseguito dalle "Scholae Cantorum" di Arzago e di Agnadello. Ricordiamo con piacere il primo concerto con l'intervento della banda musicale di Agnadello. Oltre a ciò, subito dopo il suo arrivo, aveva avviato due pratiche oggi divenute una tradizione, e cioè la chiusura del mese di maggio nella chiesetta della Madonna situata presso la cascina Ravaiola, e la chiusura dell'anno pastorale nella chiesa dell'Addolorata al Cornianello.
Questa antica chiesetta viene citata nella Bolla di Papa Lucio II°, datata 13 Aprile 1144 e indirizzata all'allora quarantunenne Alberto Quadrelli prevosto di Rivolta.
Per colmare una lacuna che durava da 41 anni, la domenica 18 ottobre 1998, don Gianni diede inizio a nuove missioni parrocchiali introducendo i "Centri di ascolto". Le missioni durarono un anno.
Nel mese di settembre 1999 venne rifatto il riscaldamento della chiesa, mentre nel mese di novembre furono riaperte le finestre dietro l'altare che, come già detto precedentemente, erano state chiuse durante la ristrutturazione del presbiterio. L'opera fu completata con l'installazione di nuove vetrate che portano una maggiore quantità di luce all'abside. Nel dicembre 1999 iniziò l'anno giubilare, che si chiuse con una solenne celebrazione il 6 gennaio 2001. L'anno successivo fu restaurata la statua del nostro patrono San Lorenzo. Questa venne presentata alla popolazione nel mese di agosto.
Il restauro pose in evidenza tutta la bellezza originale della statua, che risulta essere del seicento. In precedenza don Gianni aveva già fatto restaurare diversi oggetti sacri e svariati arredi (Paramenti, armadi antichi della Sacrestia e dell'archivio parrocchiale) che il tempo aveva danneggiato. Altri lavori significativi di questo periodo sono: il restauro della tela raffigurante il martirio di "Sant'Alessandro" (opera del Guadagnini), le statue di: "Sant'Antonio", "S. Luigi", "S. Rocco", "Santa Teresa" e della "Madonna del Rosario".
Tra le altre opere troviamo: la nuova illuminazione interna della chiesa, la tinteggiatura della base dei pilastri in finto marmo e l'acquisto di un organo elettronico, in quanto il vecchio organo necessita di un profondo e radicale restauro. Nella primavera 2005 don Gianni fece restaurare il Tabernacolo posto sull'altare maggiore, e alla fine di luglio l'altare della Madonna.
Nello stesso periodo è stato eseguito il restauro della facciata. Questa era stata costruita nel 1936, su progetto dell'ing. Carlo Bedolini