San Rocco


Statua di S. Rocco restaurata nell'anno 2002 Poche e incerte sono le notizie della sua vita. Nato nella prima metà del sec. XIV a Montpallier e rimasto presto orfano, distribuí i suoi beni ai poveri e scese pellegrino verso Roma ma, giunto ad Acquapendente in occasione di una epidemia, intraprese quell'assistenza agli appestati che lo avrebbe condotto, in fama da taumaturgo, a Roma, Rimini, Novara e Piacenza. Qui fu colto dalla peste e si ritirò per qualche tempo in una selva dopo di che, guarito, riprese la via della patria. Arrestato come spia ad Angera, sulla riva orientale del lago Maggiore, vi morì dopo 5 anni di reclusione entro la prima metà del sec.XIV. Invocato con S. Sebastiano come protettore contro la pestilenza sin dai primi anni del Quattrocento, il culto acquistò straordinaria popolartà in Italia nella seconda metà del secolo, come attesta il ricchissimo materiale iconografico che lo riguarda. E’ raffigurato abitualmente in aspetto di giovane pellegrino che addita una gamba scoperta e piagata; accanto gli sta, talvolta con un pane in bocca, il cane che il nobile Gottardo, secondo la leggenda, gli inviava quotidianamente per nutrirlo quand’era ammalato nei pressi di Piacenza. Se ne celebra la festa il 16 Agosto.






Statua che sarebbe stata recuperata nella roggia Casirana Nella tradizione arzaghese la venerazione di San Rocco era molto sentita, infatti veniva invocato contro i mali degli uomini, ma anche contro la peste degli animali (e Arzago era un paese prettamente agricolo). Il 16 Agosto si faceva festa e si portava in processione la statua del Santo. (Arzago aveva ed ha tuttora due statue che raffiguano San Rocco.) La concomitanza della festa, che cade il 16 Agosto, faceva in modo che venisse prolungato il periodo delle feste, infatti per gli arzaghesi il patrono è San Lorenzo. Così tra la festa patronale, il sagrino, la festa dell’Assunta il 15 Agosto, la festa di San Rocco stava proprio bene! Anzi il giorno sucessivo veniva festeggiato "San Rocchino". Tralasciando per un istante lo spirituale queste erano le ferie dei contadini arzaghesi. A quanto detto si deve aggiungere ciò che la tradizione tramanda e cioè che durante la famosa peste del XVII secolo, ricordata nei Promessi Sposi, il borgo di Casirate venne contagiato. Questo lo attesta il lazzaretto che esiste ancora alla periferia del paese.
Arzago invece, continua la tradizione popolare, non era stato contagiato. Allora gli abitanti di Casirate si infuriarono contro San Rocco perché non li aveva protetti dalla peste, decisero di sbarazzarsi della sua statua. Quindi la presero e la gettarono nella roggia Casirana. Questa roggia scorre da Casirate sino ad Arzago. Malignamente si diceva che l'intenzione dei casiratesi era quella di contaggiare gli arzaghesi. Questi vedendo la statua del Santo galleggiare la tolsero dell’acqua e la portarono in processione in Chiesa. Arzago, prosegue la tradizione, non venne colpita dalla peste.



Domenica 15 Settembre 2002, è stata riconsegnata alla venerazione degli arzaghesi la statua raffigurante S. Rocco





RELAZIONE TECNICA
DELL'INTERVENTO DI RESTAURI
RELATIVO ALLA STATUA
RAFFIGURANTE:"SAN ROCCO"

Inserire nota sulla figura del santo


Oggetto: Arzago d'Adda. Parrocchia di S. Lorenzo. Scultura polimaterica policroma. Relazione preliminare al restauro.

Si allega relazione preliminare al restauro dell'opera in oggetto in quattro copie di cui due con fotografie da inviare alla curia vescovile di Cremona.

Rivolta dAdda, li 25 gennaio 2001

Distinti saluti
Marco Cagna



COMUNE E PROVINCIA: Arzago d'Adda -BG-
OGGETTO: Scultura polimaterica policroma.
LUOGO DI COLLOCAZIONE: soppalco adibito a deposito presso la sagrestia della chiesa parrocchiale di S. Lorenzo.
PROVENIENZA: ---
EPOCA:
AUTORE: ignoto
DIMENSIONI: cm 155(h)x 57 x 50, diametro aureola 36 cm.
CONDIZIONI GIURIDICHE: bene vincolabile ai sensi della legge 1089 del 1 giugno 1939.

Descrizione: Scultura polimaterica policroma raffigurante S. Rocco


L'opera in oggetto rappresenta il pellegrino di Montpellier nella classica iconografia presente in molte opere pittoriche e scultoree: un uomo barbuto in abiti da pellegrino mostra con la mano sinistra la piaga sulla coscia, mentre appeso al mantello ha la caratteristica conchiglia e il cappello a larghe falde. Originariamente il Santo doveva reggere un bordone nella mano destra ed avere al suo fianco il cane con la pagnotta in bocca. Entrambi questi elementi sono andati persi.

Tipologia

Scultura a tutto tondo con intaglio e policromia rifiniti anche sul retro.
La scultura non ha una collocazione all'interno della chiesa ed è da molti anni in disuso.
L'opera è composta di numerosi masselli lignei e da altri materiali come cartone e tela gessata. La presenza di tre ganci metallici alla base del manufatto suggerisce un uso di tipo processionale. La predella in assito è composta di assicelle di piccole dimensioni con taglio tangenziale.



Tecnica esecutiva.

L'opera è realizzata con numerosi masselli in latifoglia, presumibilmente pioppo o tiglio; l'assemblaggio è stato realizzato con chiodi metallici.
Si sono identificati alcuni masselli disgiunti: in particolare quelli utilizzati per realizzare la testa (giuntura sotto il mento e sulla nuca), il braccio destro fino al gomito, l'aureola, il panneggio frontale, le punte dei piedi e la mano destra.
Il basamento è realizzato con numerosi masselli di diverse specie legnose.
Alcune parti del modellato sono realizzate con tela di juta o lino gessata (tramatura a tela 1:1, con grosso titolo), vincolata al sottostante supporto ligneo con chiodi metallici. In particolare è molto evidente l'uso di tale materiale sulla gamba sinistra del santo in prossimità della piaga.
Questa tecnica è presente anche sul retro dell'opera utilizzata non per arricchire il modellato, ma come impannatura su cui stendere lo strato preparatorio.
Dalle lacune presenti si è, osservato che alcune parti dei calzari e il cappello sono realizzate con cartone pressato, inchiodato al supporto ligneo con chiodi metallici, e successivamente gessato.
La scultura è completamente e si ipotizza che il supporto sia il risultato di un assemblaggio di più pezzi di diversa natura, molti particolari del modellato (ciocche dei capelli, panneggi, ecc) sono costituiti da solo impasto gessoso.
Dalle lacune sul retro del mantello si evidenzia come le giunzioni tra i numerosi masselli siano state colmate con stucco gessoso(scagliola?) di notevole spessore.
La preparazione gessosa è presente in tutte le campiture, gli spessori variano dai due ai sei millimetri.
La cromia compatta e uniforme è assimilabile ad un olio e non presenta stratificazioni, le campiture sono realizzate con tinte monocrome, solo sugli incarnati sono presenti velature.
Il basamento è dipinto a finto marmo nero con venature bianche.
L'aureola presenta una doratura a guazzo.



Stato di conservazione

A causa delle numerose parti di cui il supporto è costituito e dalla loro diversificata natura, si sono evidenziate numerose disgiunzioni e perdite. Le Parti lignee sono interessate da un evidente attacco di insetti xilofagi, il fenomeno si evidenzia con fori di farfallamenti dal diametro di 2 - 3 mm.
Le dita della mano destra, il mignolo e l'annullare della mano sinistra sono andati persi.
Perse irrimediabilmente sono anche la piccolo scultura raffigurante il cagnolino, posta sul basamento al fianco del Santo e il bordone da pellegrino.
A causo dell'umidità ambientale i numerosi chiodi metallici usati per assemblare il supporto polimaterico, presentano forte ossidazione, causando sollevamenti e cadute sullo strato preparatorio ad essi soprastante.
L'estesa impannatura presente sul retro dell'opera risulta in più parti deadesa dal supporto sottostante; in prossimità del gomito destro si osserva una bruciatura che interessa tutti gli strati cromatici.
Lo strato preparatorio presenta diffuse perdite in tutte le campiture, in particolare sul basamento e sulle impannature.
La problematica conservativa è legata alla perdita di adesione con il sottostante supporto a causa della scarsa elasticità e al notevole spessore della stesura gessosa. Localizzate le problematiche legate a difetti di coesione.
La pellicola pittorica non presenta particolari problematiche conservative, le lacune sono da ricondurre alla caduta della preparazione.
Notevole deposito di polvere è presente sulla superfice pittorica.



Interventi precedenti

L'intervento manutentivo di maggior rilievo è il rifacimento del lembo sinistro del mantello del santo, realizzato con due masselli in abete sommariamente intagliati e inchiodati al supporto originale. Coeve a tale intervento sono anche localizzate ridipinture sul mantello.
Si ipotizza che l'aureola non sia originale.



Proposta di intervento



Indagine conoscitive

Studio del manufatto. Realizzazione della documentazione grafica e fotografica. osservazione preventiva con illuminazione UV dell'oggetto, al fine di individuare le ridipinture.
Realizzazione di tasselli al fine di determinare il grado di pulitura. Questa scultura no necessita di analisi chimico stratigrafiche.
Determinazione della metodologia di lavoro.



Fissaggi

Numerosi sono i sollevamenti della preparazione con visione sottostante del supporto.
Si interverràal fine di assicurare le parti pericolanti prima di intraprendere l'intervento di pulitura o l'eventuale asportazione delle ridipinture.
Per i sollevamenti che riguardano la preparazione si utilizzerà un adesivo sintetico(Prial AC 33 5-10%).
Le parti gessose di notevole entità saranno riposizionate e fatte aderire tramite adesivo sintetico Plaxtol P 500 adensato in Glucel.
La metodologia e i materiali per far aderire la tela delle impannature al sottostante supporto sarà discussa e decisa in sede di lavoro con gli ispettori di zona.



Pulitura superficiale

Si procederà allla pulitura superficiale della cromia per l'asportazione dei depositi superficiali.
Si prevede di asportare le ridipinture localizzate in varie zone del panneggio.
Per la pulitura superficiale si prevede di utilizzare tensioattivi in diluizione acquosa o soluzioni debolmente alcaline.
La metodologia per l'asportazione delle ridipinture sarà messa a punto in corso d'opera.



Intervento sul supporto

Le notevoli disgiunzioni dei masselli impongono un accurato fissaggio degli stessi. I chiodi metallici ossidati saranno puliti e trattati con convertitore di ruggine.
I masselli disgiunti saranno riposizionati e fissati con adesivo vinilico.

La natura lignea del supporto impone un accurato intervento di Disinfettazione da insetti xilofagi.
Sarà usato PERMETAR (phase), in solvente, diluizione secondo indicazione della ditta produttrice.

Consolidamento del supporto ligneo degradato mediante impregnazione del materiale.
Applicazione a pennello o a siringa di Polaroid B72 in nitro, diluizione variabile dal 5 % al 10 %.



Stuccature

Stuccature delle lacune a livello, con Gesso di Bologna e colla animale.




Reintegrazione pittorica

Reintegrazione a mimetico o a rigatino delle lacune secondo le dimensioni.
Velatura e sottotoni sulle abrasioni e sulle lacune di minore entità.
Saranno eseguite con colori ad acquarello e/o vernice.



Verniciatura finale

Si propone una leggerissima stesura di vernice satinata sulla superfice.
Materiale proposto: Vernice delle ditte "Le franche o Lucas".



La scelta di riprodurre le parti mancanti, dita delle mani, bordone e cagnolino, saranno discusse e valutate in corso d'opera con i rappresentanti della Parrocchia, della Curia e della Soprintendenza.
tutte le fasi lavorative saranno documentate fotograficamente e graficamente.

Documento firmato.
Marco Cagna.