Arzago d'Adda
Ieri
Sicuramente Arzago è una fra le più antiche parrocchie
della Geradadda. La chiesa di S. Lorenzo, centro propulsore della
religiosità era nota con il titolo di "ecclesia" con questo titolo
venivano differenziate le chiese più importanti dalle comuni "basilicae",
attestando in tal modo che Arzago è stato un centro di rilievo.
Questo e suffragato anche dal più antico documento che ci riguarda,
cioè il testamento di Taido datato 774. Con quel testamento, Taido
offre alla La chiesa del beatissimo sacerdote e martire di Cristo S.
Lorenzo la masseria, governata dai massari Lupigi e Baidoaldo. Questa
masseria dovrebbe essere l'attuale ex cascina parrocchiale. Perciò
questo testamento accerta che la chiesa di S. Lorenzo già in tale
data era capo pieve.
L'antica pieve
Anno 2006: ricostruzione sulla base ad alcuni documenti conservati nell'archivio parrocchiale.
Ricostruzione di Felice Belloni
Così doveva apparire la vecchia chiesa parrocchiale di Arzago agli inizi
del XIX secolo, demolita in parte per far posto alla nuova fra il 1898 - 1903.
La facciata era rivolta a ovest e l'abside a est. Era lì sicuramente da molti secoli,
sorta sulle rovine di una precedente "Chiesa Battesimale" che già esisteva nell'anno 774.
Verso la metà dell'ottocento il campanile fu sopraelevato e portato a 27 metri; così è
rimasto fino ad oggi.
Le piante poste alla destra dell'immagine sono state tolte negli anni sessanta, lo stesso luogo
fu adibito a cimitero sino al 1789.
La casa posta alla destra del campanile era sede e oratorio della confraternita del S.S. Sacramento
Oggi anno 2007
Arzago é un piccolo paese della provincia di Bergamo situato a sud
della cittá di Treviglio, e a pochi chilometri dal Santuario della
Beata Vergine di Caravaggio.
Conta circa 2800 abitanti, é un paese ancora
"agricolo" con qualche piccola industria e molto pendolarismo. Infatti
da Arzago partono ogni giorno studenti, operai, impiegati, dirigenti,
insegnati, artigiani e tecnici verso le Città vicine, ma in
prevalenza verso la Città di Milano.
Confina a nord ovest con la provincia di Milano, da sud est, a sud ovest,
confina con la provincia di Cremona.
A Cremona, Arzago è legato religiosamente da oltre
mille anni.
Diocesi di Cremona
Origini della Diocesi
E' probabile che la sua estensione coincidesse in qualche modo con
quell'antica colonia romana fondata nell'anno 218 avanti Cristo su un
territorio contrastato fra Galli Insubri e Cenomani.
L'area era limitata a sud dal fiume Po, ad est dal fiume Oglio, ad ovest
dal fiume Adda mentre a nord, dove il suolo si presentava intervallato,
da paludi ereditate in parte dal grande lago Gerundio, ed in parte
alimentate dai fiumi Serio e Oglio.
Gli incerti confini potrebbero essere segnati da una linea ideale che
partendo da Cassano d'Adda, passa per Caravaggio sino a raggiungere Soncino,
unendo con questa linea immaginaria l'Adda all'Oglio, tagliando
obliquamente il fiume Serio.
Oggi il territorio é un po' diverso a causa di incorporazioni,
ma anche di cessioni. Inoltre nel 1580 venne creata la Diocesi di Crema
che sottrasse un certo numero di parrocchie alla Diocesi di Cremona.
Il primo Vescovo storicamente documentato fu Giovanni I.
Di lui si sa soltanto che fu uno dei vescovi convocati a Milano per il
concilio provinciale nell'anno 451, celebrato sotto la presidenza del
metropolita Eusebio.
La Cartina rappresenta la Diocesi di Cremona all'anno 1385.
Territorio della Pieve di
Arzago oltre l'Adda
e Pievi confinanti come da:
"storia religiosa della lombardia"
Editrice la scuola
Cenni storici anno 1000
Come attesta il testamento di Taido del 774 Arzago era capopieve.
Questo le dava una importanza logistica. Infatti nel 1030, 12 anni dopo la sua
elezione ad Arcivescovo di Milano avvenuta il 28 marzo dell'anno 1018,
Ariberto da Intimiano, estese la sua giurisdizione religiosa e civile
oltre il fiume Adda, facendo occupare la Pieve di Arzago da suo nipote
Girardo o Gairardo sottraendola alla giurisdizione civile dei Conti di
Bergamo e alla giurisdizione religiosa della Diocesi di Cremona, retta dal
Vescovo Landonfo. Alla morte di quest'ultimo, avvenuta alcuni mesi dopo
l'occupazione della Pieve di Arzago, venne nominato Vescovo Ubaldo.
Questi apparteneva alla famiglia feudale piacentina dei Castro Cari.
Erano anni di contestazione verso l'autorità religiosa cremonese,
tanto che alcuni suoi vassalli si unirono ai ribelli e lo scacciarono da
Cremona.
Anche se la protezione dell'imperatore sembrò essergli mancata
nei primi anni del suo episcopato, il Vescovo tentò di farsi
restituire tramite l'autorià imperiale la Pieve di Arzago.
Ma Ariberto non tenne conto dell'ordine ricevuto dall'imperatore, anzi in
spregio alla regia ambasciata, oltre a ritenere la Pieve di Arzago,
nell'anno 1037 occupò la Pieve di Misano, tolse la decima del
Castello di Aganello, che già apparteneva alla Pieve di Arzago,
tolse la decima sul borgo di Morengo che spettava alla pieve di Fornovo, e
la metà del Castello di Cortegano (ora Cortetano nel Cremonese),
che era della Badia di S. Lorenzo di Cremona.
Solo più tardi con la morte dell'Arcivescovo Ariberto, avvenuta
nell'anno 1045, il Vescovo Ubaldo poté entrare in possesso della
parte cremonese della Pieve di Arzago, mentre il Castello di Arzago con
le sue terre rimasero alla famiglia del nipote di Ariberto, il quale
riuscì a farsi infeudare dall'imperatore come capitano imperiale.
La Famiglia di Ariberto, dopo avere invaso la Corte e la Pieve di Arzago a
cui era annesso il titolo di capitanato, assunse il nome di:
Capitani d'Arzago oltre l'Adda.
Nota: i fatti sopracitati riguardanti il castello di Cortegano sono tratti dal volumetto
"Arzago oltre l'adda anno 1873". (Oggi conosciamo che l'autore del libro sopracitato fu
il Cav. Giovan Battista De' Capitani d'Arzago. Vedi la pagina Storico di questo sito).
Mentre l'autore de "Il borgo sull'alta riva Castrum Ripaltae Siccae anno 1983",
individua il castello di Cortegano con il complesso delle attuale Cascine denominate:
Corniano e Cornianello. Questo complesso si trova a metà strada tra Arzago e Rivolta.
Nella Cascina "Cornianello" troviamo ancora una chiesetta dediata alla Madonna Addolorata.
Questa antichissima Chiesa di Santa Maria del Corniano, viene citata nella Bolla di
Papa Lucio II, datata 13 Aprile 1144 e indirizzatta all'allora quarantunenne Alberto
Quadrelli prevosto di Rivolta.
Fatti d'arme
Nell'anno 1590 sul territorio della Pieve avvenne la sanguinosa battaglia
di Agnadello. Sul campo di battaglia scescero le truppe della repubblica
di Venezia contro le truppe della lega di Cambrai alla quale aderirono
la Francia, la Spagna e l'impero.
Cristianesimo
Il seme cristiano.
Dal volume "Storia della chiesa in Italia", vol I pag 36.
Alla fine del II secolo sorgeva la sede episcopale di Milano, donde
l'evangelizzazione ebbe modo di propagarsi nel cuore della pianura padana.
Dal sito Internet della diocesi di Bergamo.
Il Cristianesino vi fu portato sulla fine del secolo III e al principio
del secolo IV. Il primo seme, gettato forse dai cristiani deportati ai
lavori forzati "ad metalla", fu fecondato dal martirio di S. Alessandro.
Il suo primo Vescovo fu S. Narno, sec. IV.
Dal volume "Storia Religiosa della Lombardia Diocesi di Cremona", pag 22.
La realtà è che ancora nel secolo IV si nota un'assenza
costante di vescovi cremonesi nei vari concili provinciali tenuti a Milano
negli anni 345 - 346, 347 - 348, 355, 380, 381, 390, e quello di Aquileia
del 381, dove, con il vescovo di Milano Ambrogio, erano presenti i
vescovi di Vercelli, Tortona, Brescia, Lodi, Pavia, Piacenza, Genova e
varie altre città dell'Italia settentrionale.
Il Santagiuliana scrive nel volume primo della storia di Treviglio, pagina 44:
.... Quanto scritto prova la costruzione delle due chiese paleocristiane
di Piacenza e di Palazzo Pignano nel 323, con relativa diffusione del
cristianesimo nel nostro pago.....
Radici Cristiane
Le "proprie radici" per una persona sono le fondamenta su cui costruire
l'avvenire. Il piccolo mondo Arzaghese ha radici profonde che si perdono
nel tempo della storia, un misto di leggende ma anche di certezze.
Purtroppo non si sa quanti anni abbia questo paese, sicuramente moltissimi,
anche se risulta difficile reperire dati che svelino il suo passato storico
e religioso.
Sicuramente in tempi remoti la religiosità era rivolta verso idoli
o verso forze della natura.
Per quanto riguarda il cristianesimo il buio è profondo.
Chi portò il vangelo in questo lembo di terra? In quale anno?
Per ipotizzare come possa essere arrivato il vangelo nella nostra terra
si deve ricostruire una mappa con i luoghi più importanti dell'epoca
che circondavano Arzago.
A circa 15 km a nord si trovava Pons Aureoli, cioè l'odierna
Canonica. Questa era il centro postale sulla strada Milano - Brescia
(quella strada ora ripristinata col nome antico di Via Francesca).
A circa 12 km a est si trovava Forum Novum, l'odierna Fornovo.
Quest'ultima doveva essere il centro amministrativo locale alle dipendenze
del "municipium" di Cremona.
A circa 10 km a sud invece si trovava l'antica ed importantissima Parasso,
l'odierna Palazzo Pignano. Questa fu un grande centro con dignità
signorile, residenza della famiglia dei coniugi Piniano e Melania, eredi del casato
dei "Valeri".
Nipote di Melania seniore, nacque nel 383 dal di lei figlio Publicola e da Albina,
della gens Ceionia. A 14 anni fu costretta a sposarsi con Valerio Piniano.
Dopo una malattia e la morte di due figli, questi due coniugi decisero di votarsi a Dio
e contro la volontà dei parenti e del Senato distribuirono ai poveri il loro patrimonio
e liberarono 8000 schiavi.
Nel 408 si ritirarono nella loro villa presso lo stretto di Sicilia e infine si rifugiarono in
Africa a Tagaste, presso Alipio (Ep.124, PL 33 lettere di Agostino).
Nel 417 si diressero a Gerusalemme dove fondarono dei monasteri.
Melania morì il 31 dicembre del 439.
Le loro proprietà si estendevano anche ad Arzago. infatti i resti
della villa romana ritrovata nel 1985 riportano ai resti della villa di
Palazzo Pignano. Le due ville erano collegate dal corso del fiume Tormo.
Per completare le infomazioni si deve dire che a pochi km di distanza
in direzione ovest si trova il fiume Adda oltre il quale si trovava
l'antica Melphum, l'odierna Melzo. Questa cittadina si trova a circa 15 km
da Arzago.
Disposti i centri importanti si deve trovare il sistema viario, che, in
qualche modo, doveva pur collegare Arzago ai centri sopracitati.
Il Santagiuliana nel volume "storia di Treviglio" scrive: Va rammentato che
l'antica via trevigliese che, dal principio della strada per Casirate si
spinge verso sud attraverso i campi, cioè in direzione di Parasso
(a est di Pandino), si chiama e si chiamava già negli "Statuti
del 1392" - via Palazo - e, - ad Palazum - era il territorio che
attraversava........
Questa è l'unica strada che si conosce e che possa avere collegato
Parasso a Pons Aureoli passando per Arzago, Sappiamo anche che Parasso era raggiungibile
tramite il fiume Tormo partendo da Arzago.
Ora le ipotesi su come giunse il vangelo ad Arzago.
Si ipotizza che dalla "vicina" Milano S. Ambrogio inviò
i suoi evangelizzatori sul territorio spingendoli oltre il fiume Adda.
Ma va tenuto conto però che Arzago si trovava vicino a Parazzo,
dove nel 323 venne costruita una delle prime chiese paleocristiane con
relativa diffusione del cristianesimo nel nostro pago.....
Va sicuramente esclusa Cremona perchè in quel periodo non aveva
ancora un Vescovo, e probabilmente il cristianesimo era ancora in fase
embrionale, tanto che l'origine della Diocesi e conseguente sede vescovile
viene collocata tra la fine del IV secolo e la prima metà del V
secolo.
Nelle ipotesi si devono includere anche le città di Lodi e Bergamo,
che nel IV secolo erano già sedi vescovili.
Detto questo non si può escludere, ma neppure previlegiare, una
città rispetto all'altra, anche se Milano era sede vescovile fin
dalla fine del II secolo.
Ma è anche possibile ipotizzare che il vangelo fosse portato
da uno schiavo, oppure da un semplice legionario ancora prima del IV secolo.
Sicuramente La famiglia Piniano ha avuto un ruolo importante, se non dominate
per la diffuzione del vangelo nel nostro pago.
Sicuramente Arzago dopo aver scoperto il vangelo divenne un centro con una
certa importanza religiosa, tanto da essere già Capopieve
nell'anno 774 .
Inoltre ha avuto anche qualche importanza civile a noi sconosciuta
dal momento che gli uomini dell'impero romano in questo borgo
hanno messo radici lasciando tracce evidenti, alcune scoperte altre no.
Vedere la pagina Reperti di questo sito.
Scelta del Patrono
A partire dal IV secolo Lorenzo è stato uno dei martiri più venerati nella Chiesa di Roma.
Gli arzaghesi dell'era moderna si chiedono sovente l'origine della
scelta del Patrono San Lorenzo, ma anche su questo aspetto il buio
é profondo.
Si pensa che sia stata la grande figura di Lorenzo a indurre i primi
cristiani arzaghesi a sceglierlo come Patrono.
Ma anche questa ipotesi può essere valida.
La famiglia Piniano, nell'anno 408, donò i suoi averi ai poveri e la
libertà ai suoi schiavi (erano 8000). Un gruppo di questi lavoravano
sulle terre dei Piniano proprio ad (Arcicus ora Arzago). Il dono fatto può
avere ricordato la figura di Lorenzo, che, proprio sulla carità
ed il servizio ai poveri aveva sacrificato la sua vita.
Certamente si sa che Taido ricorda nel suo testamento del maggio 774 la
chiesa di S. Lorenzo con il titolo di "ecclesia" che si dava alle capopieve,
distinguendole dalle comuni "basilicae". Questo attesta che Arzago doveva
già da tempo essere un centro di rilievo sociale e religioso.
La Pieve e le sue Chiese
Dal volume:
"STORIA RELIGIOSA DELLA LOMBARDIA"
DIOCESI DI CREMONA
Editrice la scuola
pag. 53.
..... L'autorità del vescovo così ristabilita poggia sulla rete
delle pievi. Per tutto il XII secolo, inchieste e sentenze precisano i
legami tra queste e le chiese rurali, che dipendono da esse; occorreva
correggere l'allentamento generale di tali legami prodotti nel X secolo:
i cappellani debbono andare a prendere il santo crisma nella Chiesa della
pieve, condurvi i propri penitenti, partecipare ai sinodi convocati
dall'arciprete. Alcune pievi sono minuscole, ma alcune (Genivolta, Fornovo,
Arzago....) hanno autorità su una decina di paesi e costituiscono
poli importanti della vita religiosa rurale; ognuna servita da un arciprete
e da un gruppo di preti, di chierici e di conversi, che si conformano
più o meno al modello di vita comunitaria sull'esempio dei capitoli
cittadini.......
La Pieve di Arzago e le sue dipendenze.
Chiesa pievana di Arzago "oggi Arzago d'Adda"
Chiesa di S. Vincenzo di Arzago
Chiesa di S. Dionigi di Cassano "oggi Cassano d'Adda"
Chiesa di S. Zenone di Cassano
Canonica o cappella di S. Ambrogio di Cassano
Chiesa di Calvenzano
Chiesa di Parandino "oggi località presso Rivolta d'Adda"
Chiesa di S. Maria di Casirate "oggi Casirate d'Adda"
Chiesa di S. Gregorio di Casirate
Chiesa di S. Lorenzo di Azzano "oggi fraz. di Torlino Vimercati"
Chiesa di S. Vittore di Aganello "oggi Agnadello "
Chiesa di S. Pietro di Aganello
Chiesa di S. Maria del Castrum di Rivolta "oggi Rivolta d'Adda"
Ospedale di Rivolta
Chiesa di MONTECLARO "località non specificata"
Chiesa di S. Alessandro "località non specificata"
Chiesa di S. Maria di Spino "oggi Spino d'Adda"
Dispozisione Vescovile
Il documento che qui riportiamo e che fa parte attualmente degli Acta
Cremonae esistenti a Leningrado.
a pag 229 della pubblicazione intitolata "INSTITUT ISTORII - AKTJI
KREMONJI - X-XIII Vekov - Sobranii Akademii Nauk - SSS R - Podgotovil
k izdaniio - S.A.ANNINSKIIA - Moskva - 1937 - Leningrad", sotto il
n. 101 troviamo:
"Sicardo, Vescovo di Cremona, 'per evitare innopurtunità di preci'
stabilisce il numero dei chierici nella chiesa della pieve di Arzago.
Nella camera dipinta del palazzo dell'episcopio Cremonese.
1206, 19 Giugno.
Apografo del medesimo tempo.
SN Nell'anno del Signore nostro Gesù Cristo 1206,
indizione nona, presenti i testi infrascritti, i cui nomi si leggono
più avanti, in lunedì giorno dodicesimo che precede la fine
di giugno (= 19 giugno). Il Signor Sicardo, per grazia di Dio Vescovo di
Cremona, volendo provvedere all'utilità della pieve e del plebanato
di Arzago, per evitare inopportunità stabilì e ordinò -
col consenso dell'arcidiacono signor Federico e dell'arciprete signor
Pietro e del maestro Preposto cantore e dei preti Ambrogio, Pietro e
Girardo e del diacono Omobono e di Alberto Ursone e del maestro Negro
Oldoini e Zanone di Bella e di Ugone de Conti, fratelli di Santa Maria,
chiesa maggiore della città Cremonese, nonchè del signor
Bertrammo, preposto della pieve di Arzago - che nella pieve di Arzago
ci stiano solo sei fratelli e non di più e un solo custode;
dei quali uno deve essere il preposito e due di essi devono essere
sacerdoti e dei restani uno un diacono e l'altro un suddiacono almeno;
nella chiesa di San Vincenzo di Azzano un prete e un chierico soltanto.
E nella chiesa di Santa Maria di Casirate ci siano soltanto quattro
fratelli e non di più. E nella chiesa di San Gregorio di Casirate
ci sia un fratello soltanto. E nella chiesa di San Zenone di Cassano ci
siano solo due fratelli: e nella chiesa di San Dionigi di quella
località un fratello soltanto. E nella chiesa di Paladino ci siano
solo due fratelli. E nella chiesa di San Pietro di Agnadello ci siano due
fratelli soltanto. E nella chiesa di San Vittore del medesimo luogo ci siano
solo due fratelli. E nella chiesa di Santa Maria similmente di Agnadello
vi sia un unico prete. E che nella chiesa di San Lorenzo di Azzano ci siano
soltanto sei fratelli . E che nelle chiese dei Santi Pietro e Giorgio
insieme congiunte di Calvenzano vi siano soltanto due fratelli. E che nelle
chiese dei Santi Nazzario e Michele insieme congiunte nella corte Wateri
vi sia un fratello soltanto.
E ciò stabilì e ordinò il prefato signore Vescovo
Sicardo, salva e riservata a sè e ai suoi sucessori l'autorità
di aggiungere o diminuire e mutare in tutto o in parte. Ciò è
stato fatto felicemente nella camera dipinta del palazzo episcopio
Cremonese, alla presenza del maestro Marchisio, chierico di San Martino, e
di Alberto, chierico di San Giacomo in Braida, e di Riccardino, serviente
del già detto signore Vescovo, testi ivi rogati.
Seguono le firme.
In questo documento non viene citato il borgo di Rivolta, è questo fa
pensare a qualche priviligio che il borgo avesse in quel periodo.
Questo documento è riportato da:
Il borgo sull'alta riva "Castrum Ripaltae Siccae". Anno 1983 vol 1 pag 104.
Il documento assegna la chiesa di San Vincenzo al borgo di Azzano.
Mentre dal volume
"storia religiosa della lombardia"
Editrice la scuola
Diocesi di Cremona Pievi e dipendenze. Troviamo la chiesa di San Vincenzo
ubicata in Arzago.
Vita religiosa nella Pieve
Sempre dal volume sopracitato apprendiamo che nell'anno 1106 viene
creato nel borgo di Rivolta appartenente alla Pieve di Arzago, il monastero
di S. Ambrogio, e che questo monastero sopravvisse sino all'anno
1580. Poi venne riunito al monastero Maggiore di Milano.
Visita Pastorale
Giovanni Stefano Bottigella nato a Pavia nel 1409 nominato Vescovo di
Cremona nell'anno 1466, vescovo riformatore, intraprese nell'anno
1471-1472 una visita pastorale per tutta la diocesi e da questa visita
risulta che il clero era ben distribuito, e che la cura delle anime era
buona, dal momento che non risultavano parrocchie prive di sacerdote.
Mentre si trovava sul territorio della nostra Pieve trova questa
situazione: a Cassano è costretto a richiamare il rettore ordinandogli di
procurasi un cappellano per la necessità della cura delle anime.
Questa è stata l'unica lamentela del genere in tutta la Diocesi.
Nella Chiesa di Rivolta ha invece la soddisfazione di amministrare la S.
Cresima e questo è stato un grande momento di gioia per gli abitanti
del borgo perché il Vescovo ha amministrato la Cresima soltanto in
due parrocchie nel corso della sua visita pastorale.
Sempre dagli atti della visita pastorale del Vescovo Bottigella si viene a
conoscenza del fatto che non sempre i rapporti tra i sacerdoti della
medesima parrocchia erano buoni anche se abitavano nella stessa canonica.
Ed Arzago non fa eccezione.
Inoltre riprese il prevosto ed il cappellano della Chiesa arzaghese
perché non rispettavano sempre l'obbligo della residenza.
La Pieve di Arzago era tra le poche parrocchie che avevano una
buona prebenda.
Vescovi Milanesi e non, legati ad Arzago
Testimonianze.
Dal volume " Storia Religiosa della lombardia" Diocesi di Milano
Troviamo a pag 46 quanto segue.
(……) I suoi successori furono scelti sempre tra i membri del clero,
nelle famiglie emergenti della città e del contado. Arnolfo I (970 - 974),
come asserisce l'omonimo cronista pronipote di un suo fratello, apparteneva
ad una famiglia del contado, forse Arsago (……), Arnolfo II (998 - 1018)
era già suddiacono nel 969 ed apparteneva alla famiglia capitenale di
Arsago.
Ben nota, infine, la precedente carriera di ecclesiastica di
Ariberto d'Intimiano (1018 - 1045) nel clero milanese e la sua
appartenenza ad una famiglia che professava legge longobarda, "la
quale aveva beni in territorio bergamasco ……".
A pag 156 del medesimo volume si legge (……) circostanza che merita
Attenzione per il fatto che Arnolfo II e suo fratello Landolfo ressero
Rispettivamente le sedi di Milano e di Brescia.
Dal volumetto:
Schizzo storico di un Arzaghese pag 10.
.... Dagli anni primi dell'undicesimo secolo ci addita il Giulini una
basilica di S. Giorgio in Arzago, e le parole sue stesse sono le seguenti:
Il signor dottor Sormani a fatto menzione d'una pérmuta seguita nel 1009
fra Arnolfo II arcivescovo e l'officiale custode della basilica di S.
Giorgio d'Arzago; la quale serve a rendere sempre più probabile
che quel prelato fosse veramente della famiglia che denominavasi
d'Arzago......
a pag 15.
..... La famiglia d'Arzago, indi denominata De Capitani d'Arzago,
annovera fra i suoi più illustri il sopramentovato Anorlfo II,
arcivescovo di Milano dall'anno 996 al 1019, colui che portò da
Costantinopoli a Milano quel serpente di bronzo che vediamo
inalzato sopra una colonna del tempio di Sant'Ambrogio; che
coronò Ottone III ed Enrico II, avendo fatto, a Concilio
provinciale convocato, deporre dal trono Ardoino marchese di
Ivréa. E' sepolto nella chiesa di S. Vittore al Corpo di Milano.
ARIBERTO O ERIBERTO Antimiano canturio d'Arzago, figlio di
Gherardo e di Birlieda Jugali, succedette immediatamente
all'arcivescovo Arnolfo......
....Girolamo d'Arzago, patrizio milanese,
da prima prevosto della Mirandola, appresso vescovo di Nizza e
gran limosiniere delle cristianissima Regina di Francia (o sia
Caterina de Medici).
I Sacerdoti.
Del periodo in cui Arzago era capo Pieve si hanno pochissime notizie,
infatti non si conoscono i nomi di tutti i sacerdoti che operarono nella
chiesa arzaghese.
L'elenco che segue ne è l'esempio.
........
Liprando arciprete.........1135 - 1143 (A)
........
Beltrame preposto..............1206 (B)
........
Giacomo da Seregno ...........1470
........
Carcano Pietro Paolo ..........1570
Carcano Giorgio ..................1575
........
(A) Da schizzo storico di un arzaghese ultima pag "manoscritto"
(B) Dalla disposizione del Vescovo Sicardo del 19 giugno 1206.
I riferimenti (A) e (B) indicano un piccolo mistero. La chiesa pievana
di Arzago passa da chiesa Arcipretale a chiesa Prepositorale.
Ormai da tempo ha perso anche il titolo di chiesa pievana.
La documentazione riguardante la pieve di Arzago è scarsa e
frammentaria, infatti dei circa mille anni e forse più in cui Arzago
è stata capopieve si hanno poche notizie.
Non si sa ad esempio cosa sia successo prima dell'anno mille.
Infatti non si conosce niente del periodo tra gli anni 569, 626 cioè,
dopo che i vescovi di Milano, Bergamo e Cremona furono "assenti".
Sembra infatti che il Parroco di Parasso si arrogò poteri vescoli,
creandosi una quasi diocesi nella zona, quindi Arzago compreso.
Inoltre non sappiamo se Arzago seguì il corepiscopo di Parasso o
Parasio nell'eresia (antropomorfita). Tale eresia potrebbe anche
riconnettersi al famoso scisma di Aquileia, durato fino verso la fine del
689 (Paolo Diacono, VI,14).
I più autorevoli storici dichiarano che Parasso sia stata
distrutta nell'anno 951 soffocando cosi tale eresia.
Si ricorda che tra le dipendenze della pieve di Arzago si trovava
"curtis Willeri" , che forse è ancora la "curtis Wateri" ricordata
nel testamento di Taido del 774 (vedere pagina Documenti), questa
località doveva trovarsi nelle vicinanze di Parasso.
Infine non si sa se la cosiddetta "usurpazione" della pieve ad opera di
Gariardo voluta dall'arcivescovo Ariberto sia da ritenersi un fatto
politico oppure religioso.
Mentre sicuramente fu politico il fatto che Parasso sia stata distrutta
dai milanesi, alleati con i piacentini e lodigiani nel 1059, per stroncare
le mire espansionistiche di Pavia. Quanto è stato scritto nelle
ultime righe portano a chiedersi se Arzago restò alla "finestra" a
guardare oppure no.
Praticamente non esiste documentazione e di ciò non si sa chi
ringraziare.
Di sicuro le invasioni dei barbari, il dominio dei Goti, le guerre,
la carestia, la peste.
Infine i Longobardi che occuparono questa terra dal 569 al 774,
imponendo la chiesa ariana. Incendiate molte chiese, uccisi i sacerdoti.
Fuggito a Genova l'arcivescovo di Milano, confinato nella sua Città
per diversi anni il Vescovo di Cremona, del Vescovo di Bergamo si perdono
le tracce per oltre un secolo. I cattolici locali vengono soffocati
dall'invadenza dell'arianesimo longobardo.
Poi venne l'era carolingia dal 774 all' 888.
Dal volume Geradadda pag 16:
Nei primi anni del nuovo regime la vita in Geradadda si svolse tranquilla,
che, in ogni caso non vuol dire felice, ma dalla metà del IX secolo
in poi tranquilla non fu certamente più ed è probabile che
divenisse anche infelice.
Cominciò Carlo il Grosso, meglio conosciuto come Karoletus, Carletto,
a porre il suo campo a Fara d'Adda nella guerra contro Carlo il Calvo,
perchè Fara allora era ben fortificata, con la conseguenza che gli
abitanti, stufi dei saccheggi e di devastazioni, fuggirono quasi tutti; poi,
nell'anno 891, Guido da Spoleto seminò distruzioni nella spedizione
che fece contro Bergamo e, nell'anno 894, le truppe tedesche di Arnolfo
ripeterono l'impresa.
Comincia allora quella che, anche in seguito, doveva essere una
caratteristica disgraziata della nostra terra: gli eserciti di mezza Europa
ci venivano a combattere le loro battaglie, come squadre di calcio che si
recano a giocare uno spareggio in campo neutrale.
Gli anni sucessivi vedono gli Ungari. Questi calarono una prima volta
nell'anno 899, poi nel 902. Si rividero l'ultima volta nel 924.
A questi vanno sicuramente aggiunti altri fatti sconosciuti che portarono
alla scomparsa di tanta documentazione della quale oggi si sente la mancanza.
Cessa come Pieve
Per favorire il rinnovamento del Clero, il Vescovo
Sfondrati introdusse al posto della struttura plebana la nuova
organizzazione dei vicariati foranei. Non si conosce il percorso di questo
processo di ristrutturazione della Diocesi, che tuttavia si conclude
durante l'episcopato di Speciano nell'anno 1603 con l'istituzione di 23
vicariati foranei.
Molti vicariati coincidono con le antiche Pievi, altri sono stati creati
ex novo e soppiantando antiche Pievi.
E' il caso della Pieve di Arzago.
Nella Diocesi di Cremona la stessa sorte è seguita da: Genivolta,
Piadena, Pieve Terzagni, Misano, Fornovo, Pieve Delmona.