Dal Volumetto:"Oratorio
S. Giovanni Bosco 1953-2003"

l'Oratorio compie 50'anni.

Ultimi anni: 1994 - 2003.


La Parola del Diacono

Ho pensato a lungo in questi giorni per decidere quale tipo di taglio dare a questo articolo e devo dire che decidere non è stato facile... I cinquant’anni di un oratorio non sono certo un appuntamento da sottovalutare o da banalizzare. Nove di questi cinquant’anni fanno parte anche della storia della mia vita, sono stati un occasione per vivere la mia vocazione diaconale a servizio della gioventù e della comunità di Arzago.
Ricordo la trepidazione con la quale cominciai a muovere i primi passi nel nostro oratorio, nove anni fa, quando il vescovo Giulio, subito dopo l’ordinazione mi fece chiedere dai miei responsabili se ero disposto a fare quello che in quel tempo mi preoccupava di più: cambiare parrocchia. Questa richiesta, si sa, viene fatta normalmente ai preti, ma per i diaconi non è molto usuale. Io poi, ero affezionato al mio Agnadello, al mio parroco, al mio oratorio che avevo visto nascere e crescere pietra su pietra, ai miei giovani, ai miei ragazzi. Ma cosa significa essere diacono mi chiesi se non servire la dove c’è bisogno e dove il Signore ti chiama ? Sapevo che il caro don Ferdinando era malato e aveva bisogno di aiuto e per questo, decisi di rispondere di si.
Inizialmente mi parve di entrare in un nuovo mondo, anche le cose più semplici che ad Agnadello costituivano l’oratorio, qui sembravano ardue. I primi tempi furono davvero difficili : non conoscevo nessuno, e in oratorio veniva poca gente. Poi, pian piano abbiamo cominciato a conoscerci, è nato un piccolo gruppo di giovani pieni di buona volontà disponibili a dare una mano e si sono svolte le prime iniziative. Don Ferdinando appoggiava e sosteneva ogni mia scelta e vedevo che era contento di quanto, poco per volta, si stava costruendo. Si diede il via ad un cammino di catechesi per ogni età, compresi gli adolescenti e i giovani. Per i ragazzi di elementari e medie cominciammo a fare dei ritiri mensili che erano l’occasione anche per proporre loro la confessione. Ci buttammo tutti a capofitto nel lavoro con entusiasmo e fiducia. Giorno dopo giorno abbiamo visto le cose cambiare.
La partecipazione degli adulti, già molto numerosa, divenne più consapevole anche degli scopi educativi dell’oratorio, con la nascita del comitato genitori, un gruppo nel quale i rappresentati delle varie classi ed età, avevano l’incarico di far conoscere le attività nate nell’oratorio ed eventualmente di promuoverne altre. Basta sfogliare i numeri di Laboratorio di quegli anni per rendersi conto delle innumerevoli proposte ed iniziative realizzate. Poi ci fu l’aggravarsi della malattia di don Ferdinando, la sua morte, l’arrivo di don Gianni e il cammino è proseguito.
L’oratorio ha continuato a crescere, alcune persone hanno passato il testimone ad altre, ma lo spirito con cui si va avanti è sempre lo stesso: offrire alle nuove generazioni di Arzago un luogo dove crescere e maturare nella fede cristiana, con l’apertura al dialogo verso tutti, ma un dialogo caratterizzato sempre da reciproco rispetto. Non posso e non voglio dilungarmi a parlare delle numerose iniziative, anche recentemente proposte dal nostro oratorio, ci vorrebbe troppo tempo. Non posso neppure citare tutte le persone fra adolescenti, giovani e adulti che collaborano mettendoci il tempo, l’entusiasmo e a volte anche il denaro per la crescita del nostro oratorio, anche perché rischierei di dimenticarne qualcuna e non sarebbe giusto. Sappiate tutti, che avete la mia gratitudine per tutto quello che fate, anche se a volte non riesco ad esprimerla nel modo corretto. L’oratorio siete voi, tante pietre vive che danno vita ad un edificio meraviglioso: la casa dei giovani; quindi grazie di cuore, il Signore ve ne renderà merito.
Qualcuno potrebbe chiedersi leggendo queste righe : " Ma sto benedetto Oratorio, dunque non ha difetti ? " . Certo che ne ha di difetti, come un po’ tutto in questo mondo. La perfezione, in ciò che è umano non esiste. Che motivo avrebbe avuto Gesù di morire in croce se gli uomini, forti della loro perfezione, fossero stati capaci di salvarsi da soli ? E quindi anche il nostro oratorio ha i suoi difetti, ma anche per questi, dobbiamo imparare a volergli bene. Dobbiamo imparare ad esercitare un po’ di pazienza per le intemperanze giovanili e dobbiamo apprezzare anche quelle iniziative che non danno proprio, tutti i risultati sperati. Dietro ad ogni attività, anche a quella meno riuscita ci sono persone che hanno lavorato e hanno trepidato per ottenere i risultati migliori e questo non dobbiamo mai dimenticarlo.
Penso che a volte gli adulti esercitino troppo l’arte del piangersi addosso e vedano troppo le cose in negativo. Voler bene all’oratorio significa dare valore anche alle cose più piccole, anche a quelle che a volte qualcuno definisce in modo dispregiativo: “cose da oratorio”. Se dei bambini, o dei ragazzi, o dei giovani hanno faticato per realizzarle, sono dei valori, che meritano attenzione e rispetto.
Non dobbiamo mai dimenticare l’attenzione di Gesù verso i bambini; penso che debba essere guida per i nostri pensieri e i nostri atteggiamenti.
Ricordo che il mio vecchio parroco di Agnadello, don Carlo Severgnini, diceva sempre con gli occhi che gli brillavano per l’emozione, che i giovani non lo hanno mai deluso . Certamente la sua esperienza pastorale si è svolta in altri tempi, ma la fiducia che lo ha sempre accompagnato penso che possa essere un riferimento anche per noi.
Carissimi, dobbiamo riacquistare fiducia nelle nostre possibilità educative. Perché non deve essere possibile un’alleanza fra genitori per educare i figli secondo i principi cristiani, senza cedere ai compromessi della massa ? L’oratorio può essere il luogo dove si parla anche di queste cose.
Perché le famiglie non devono avere la possibilità di incontrarsi per vivere insieme esperienze di fede concrete e fortificate dall’amicizia reciproca ? L’oratorio può essere il luogo dove si sperimentano anche queste cose.
Perché non deve essere possibile un’azione comune delle agenzie che si occupano dell’educazione dei ragazzi per puntare tutti nella stessa direzione senza cadere in contraddizioni e rivalità? L’oratorio può essere il luogo dove ci si incontra e si da vita a questo dialogo tanto necessario.
Il nostro oratorio... Ha cinquant’anni, ma lo Spirito è giovane. Di strada da fare ne ha ancora tanta io gli faccio tanti auguri al nostro oratorio e permettetemi di terminare con un pensiero di don Bosco, che gli oratori li ha inventati: vorrei che il nostro oratorio fosse sempre un luogo dove si ragiona e si discute, un luogo nel quale ci si vuol bene e ci si aiuta e soprattutto un luogo nel quale Dio è il padrone di casa.


Gigi diacono

Genitori in oratorio “Protagonisti”

Anche noi genitori desideriamo esprimere un parere sull’oratorio e sulla nostra presenza al suo interno. La presenza degli adulti nel nostro oratorio è abbastanza significativa. Un oratorio senza adulti è morto, non ha continuità e non ha futuro. Gli adulti discutono, si interessano, si inseriscono, diventano protagonisti. La porta deve essere spalancata a tutti gli adulti di buona volontà
Chiaramente la loro presenza deve avere uno scopo educativo, per la crescita di tutti coloro che frequentano l’ambiente. Si potrebbero prendere a modello i cooperatori di don Bosco, adulti che offrivano il loro supporto per il bene dei ragazzi in maniera generosa e disinteressata.
Una presenza conflittuale, o sostitutiva, non sarebbe segno evangelico; per questo gli adulti in virtù della loro maturità, devono sforzarsi per essere tra i ragazzi e i giovani, soggetti moderatori, al fine di smorzare quelle tensioni che, a volte, possono crearsi tra i vari gruppi.
Il ruolo ideale che si domanda agli adulti nell’oratorio è quello di essere da sponda: coloro sui quali si può contare per lo svolgimento di quei ruoli che i ragazzi e i giovani non sono ancora in grado di svolgere.
A loro è chiesto, prima di tutto, di essere d’esempio, vivendo nell’oratorio, secondo quei principi che erano alla base del progetto educativa dell’oratorio di don Bosco: ragione, religione, amorevolezza. Rispettando questi presupposti, il nostro oratorio diventerà davvero una grande famiglia.


Alcuni Genitori

Caro oratorio…

Siamo noi, i ragazzi che ormai da circa dieci anni frequentano i tuoi campi e le tue aule, contribuendo a renderti vivo.
In tutto questo tempo, ne abbiamo visti tanti… di eventi, di storie, di persone… come noi... Tu, avrai di certo molte cose da raccontare, ma noi cosa possiamo dire di te? Ognuno di noi ti ha conosciuto in modi diversi: c’è chi ti considerava solamente un luogo di giochi estivi, un semplice punto di ritrovo. Ma poi, anche con l’arrivo di Gigi, il mitico diacono agnadellese, ha capito che tu vai oltre al puro divertimento fino a lasciare un segno indelebile nella vita. C’è chi invece ha vissuto tra le tue mura fin da bambino e solo ora si rende conto di quanto tu sia importante: hai fatto nascere amicizie, creato solidi gruppi di animatori e trasmesso dei valori su cui fondare il proprio cammino. E tutto questo grazie a chi, tanti anni fa, ci ha preceduto in questa esperienza dandoci l’esempio, aiutandoci a superare tutte le difficoltà che, credici, sono molte.
Eravamo in tanti all’inizio, poi, purtroppo molti si sono persi per strada, dando più importanza a cose superficiali; altri hanno avuto paura della famosa etichetta "ragazzi dell’oratorio" come se questo fosse un disonore… non sapete cosa vi siete persi e cosa vi state perdendo: la soddisfazione di sentirsi utili e partecipi di un progetto che è sempre in costruzione, la sensazione di aver "vissuto".
E poi caro oratorio, parliamoci chiaro: non è vero che "perdiamo il nostro tempo" con te! Noi lo dedichiamo agli altri e diamo, diamo, diamo... ma alla fine invece che sentirci poveri, ci sentiamo pieni d... di... insomma, sentiamo di aver guadagnato una ricchezza che non si può descrivere a parole!!!
Purtroppo però, ci tocca ammettere che non proprio tutto - tutto funziona qui da te...ovviamente non per colpa tua! Tante persone non hanno ancora capito qual’ è la tua funzione. E molti nemmeno qual’è il posto che dovrebbero occupare…ci dispiace vedere che negli ultimi tempi il numero dei genitori supera quello dei giovani. Niente in contrario alla partecipazione di un papà e di una mamma al cammino del proprio figlio ma spesso la loro assidua presenza ostacola le nostre proposte... quasi a dubitare delle nostre capacità! Insomma cari genitori: fidatevi di noi e dell ’ oratorio!!! Ma noi, caro oratorio, non ci arrendiamo. Andremo sempre orgogliosi della nostra "etichetta"! ce la metteremo sempre tutta per renderti migliore perch´ questo renderà migliori noi.

Con affetto i tuoi animatori.
P.S. : BUON COMPLEANNO!!!!!!!!!!!!!!